Le patologie cardiovascolari per molto tempo sono state considerate “cosa da uomini”, ma le statistiche oggi parlano chiaro: nelle donne le malattie cardiache sono la prima causa di morte e superano di gran lunga le patologie polmonari e i tumori al seno.
In quante lo sanno e attuano una corretta prevenzione? Ancora troppo poche. I problemi cardiovascolari non sono ancora entrati nell’immaginario delle patologie più temute, né sono all’ordine del giorno in quanto a protocolli preventivi, ma è ora di cambiare, e per ogni età. Esami, screening, ma soprattutto prevenzione primaria connessa ai fattori di rischio modificabili che sono nelle nostre mani, ma che troppo spesso sottovalutiamo.
Over 50: quali sono i fattori di rischio?
Si è sempre pensato che gli uomini avessero una predisposizione alle malattie cardiache, ma se in età giovanile infarto e arteriosclerosi sono effettivamente più comuni fra il genere maschile, con la menopausa e il venir meno dell’effetto protettivo su cuore e vasi degli estrogeni, il rischio nelle donne si equipara. L’età più a rischio è la stessa per entrambi, quella over 50, in cui rallenta il metabolismo, tende ad aumentare il livello di colesterolo nel sangue, e molto spesso anche il peso e la pressione arteriosa, con una conseguente combinazione di fattori di rischio elevati per la salute.
Non esistono però solo fattori di rischio non modificabili, come il sesso e l’età, ma un’ampia gamma di comportamenti nocivi che vanno considerati – e che oggi non sono più così dissimili fra i due sessi. Se si somma il generale benessere che ha portato sulle tavole cibi ricchi di grassi e zuccheri e ha reso tutti indistintamente più sedentari, fra attività professionale, ritmi quotidiani, dieta, sigarette e il bicchiere di troppo, la parità di genere ha messo in comune anche abitudini molto consumistiche, ma meno positive.
L’unica differenza è che fortunatamente le donne sono più attente ad alcuni fattori, curano di più la propria salute, fanno più attività motoria e controllano maggiormente il peso.
Attenzione allo stress
Preoccupazioni familiari e lavorative, impegni… lo stress è un nemico della salute, anche di quella del cuore. Lo stress è a tutti gli effetti una patologia per le vie cardiovascolari, poiché produce una generale vaso-costrizione e l’aumento dell’adrenalina, oltre che ossidazione cellulare e produzione di radicali liberi dannosi per il nostro organismo.
Prevenzione malattie cardiovascolari: controlli e movimento
La prevenzione passa anche dagli esami, e nel caso delle donne è fondamentale unire ai controlli al seno e ai regolari appuntamenti con il ginecologo anche un monitoraggio di altri fattori. Prima cosa, controllare regolarmente la pressione e non dimenticare gli esami del sangue: glicemia, colesterolo e i marcatori di disfunzioni tiroidee. Le malattie cardiache hanno una familiarità soprattutto se ci sono stati casi in parenti prossimi in giovane età, e in tal caso i controlli devono essere ancora più frequenti.
Come prima cosa, se si fuma o si abusa di alcolici c’è un ulteriore motivo per ridurre o meglio ancora smettere del tutto. Da ridurre drasticamente anche il consumo di sale, bevande, zuccheri semplici, carboidrati non integrali in eccesso e grassi saturi. I consigli alimentari sono sempre i medesimi? Il nostro organismo è una macchina meravigliosa dove tutto è interconnesso: un corpo sano e in forma è al riparo da obesità, diabete, tumori, e anche malattie cardiovascolari.
Idem per il movimento, l’unico consiglio è farlo bene e nel giusto modo. Chi fa attività motoria in modo costante e moderato ha un consumo calorico che gli consente di non accumulare grasso in eccesso, tiene colesterolo, glicemia e pressione sotto controllo, e in più allena cuore e polmoni con regolarità e senza sforzi. Fare movimento fisico è un’ottima medicina se fatto bene e in modo corretto, perché altrimenti fare sport o altre attività senza criterio, affaticandosi e andando oltre le proprie possibilità, può diventare dannoso, oltre che inutile. Cercare di recuperare con un po’ di jogging la pigrizia di una settimana è solo un palliativo: vale per tutti ma a maggior ragione per chi ha dei fattori di rischio. Mai improvvisare e allenarsi, sempre essere seguiti con il controllo di un preparatore adeguatamente formato e in grado di analizzare le singole e specifiche esigenze.
Essere seguiti significa anche sottoporsi ad una visita medico sportiva, che non è un pro-forma per ricevere un pezzo di carta, ma un esame importante per la nostra salute in cui si valutano proprio questi aspetti. Fare un eventuale elettrocardiogramma, semplice o da sforzo, può mettere in luce eventuali problematiche. È fondamentale per tarare il proprio programma di movimenti oppure per procedere ad esami più specifici ed approfonditi.
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Problemi cardiovascolari: i sintomi da non sottovalutare
Dolore al petto che si irradia al braccio sinistro: non bisogna aspettare di farsi venire un infarto per allarmarsi – anche perché questi sintomi non superano il 50% dei casi. Molti lamentano invece dolori bassi, alla bocca dello stomaco, o hanno dolori alla gabbia toracica: mai sottovalutarli. I disturbi cardiovascolari mandano però anche altre avvisaglie, che tuttavia spesso non vengono colte in tempo.
C’è chi ha la pressione alta e non sa di averla, ma magari soffre di mal di testa o della cosiddetta cefalea nucale, un sintomo che potrebbe indicare un rialzo pressorio. C’è poi chi sottovaluta l’ipertensione, mentre è meglio non superare i 130 di massima, 85 di minima, per il benessere del cuore ma anche di reni e occhi.
L’infarto, insomma, è solo lo scenario peggiore, mentre l’insufficienza cardiaca si presenta negli anni e la si può riconoscere nei piccoli gesti quotidiani come una stanchezza anomala che non permette di fare i piccoli sforzi del passato, come le scale a piedi o un giro in bicicletta. Se vi è astenia nel momento dello sforzo, è meglio cercare di capire il motivo, piuttosto che rispondersi semplicemente: “Sono fuori forma”. La “forma fisica” è salute.