In Italia, l’ipertensione arteriosa rappresenta il più rilevante determinante di infarto, scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica e fibrillazione atriale. 1 italiano adulto su 3 è affetto da ipertensione arteriosa, con percentuali ampiamente superiori nelle fasce più avanzate di età e si calcola che il 30% ne soffra senza saperlo. Per le donne inoltre rappresenta un fattore di rischio ancora più importante.
I valori della pressione arteriosa però si possono controllare anche grazie ad uno Stile di Vita sano, lo confermano molti studi, tra cui la ricerca scientifica su Figurella, con le Università di Padova e Goldsmith di Londra. Abbiamo voluto approfondire alcuni aspetti con la dott.ssa Carolina Guerra, psicologa clinica e membro del team che ha condotto la ricerca.
Ipertensione Arteriosa: i dati delle ricerche in tutto il mondo e i rischi collegati
Sebbene nella maggior parte dei casi l’ipertensione arteriosa risulti controllata dalla terapia farmacologica, almeno il 35% degli italiani ipertesi presenta ancora valori superiori ai limiti di 140/90 mmHg. Questo accade per due motivi principalmente: da una parte perché alla terapia farmacologica non corrisponde anche un effettivo cambio nello Stile di Vita, dall’altra perché, come indicato dai dati OSMED, i pazienti ipertesi assumono solo il 60/70% dei farmaci prescritti, con importanti ripercussioni sul controllo pressorio.
La situazione non migliora se guardiamo fuori dall’Italia. Negli ultimi trent’anni gli adulti tra i 30 e i 79 anni con ipertensione sono raddoppiati, passando da 650 milioni a 1,28 miliardi. Numeri allarmanti ricavati dalla prima analisi globale sull’ipertensione condotta dall’Imperial College di Londra e dall’OMS, e pubblicata su The Lancet.
Lo studio è stato condotto da una rete globale di medici e ricercatori sul periodo 1990-2019, utilizzando la misurazione della pressione arteriosa e i dati di trattamento di oltre 100 milioni di persone in 184 paesi, il che lo rende a oggi la revisione più completa delle tendenze mondiali dell’ipertensione.
Sebbene questo studio rilevi anche che l’82% di tutte le persone con ipertensione nel mondo vivono in paesi a basso e medio reddito, ciò non toglie che resti un fattore di rischio importantissimo in tutti i paesi, dato che più della metà delle persone con ipertensione non ha mai ricevuto una diagnosi e non ha mai trattato il problema.
“La pressione arteriosa elevata, scrive la dott.ssa Guerra, causa indirettamente circa 7.5 milioni di decessi all’anno (il 12% dei decessi) ed è correlata all’aumentato rischio di sviluppare patologie cardio e cerebrovascolari.
Ipertensione: i rischi
Nel lungo termine, l’ipertensione sembra portare a un’alterazione del flusso sanguigno cerebrale ed esistono numerose evidenze (ad esempio Forte et al., 2020) che suggeriscono che la pressione alta, e talvolta anche quella troppo bassa, siano associate ad un maggior rischio di andare incontro a declino cognitivo, in linea con il principio per cui il flusso cerebrale, sia esso eccessivo o troppo esiguo, può mettere a rischio il funzionamento ottimale del cervello (Ogoh, 2017).
Da un lato la pressione alta può portare a un maggior rischio di ictus e di lesioni della materia bianca. Dall’altro la pressione troppo bassa può associarsi alla formazione di lesioni ischemiche. Quindi, appare necessario mantenere livelli omeostatici (equilibrati) di pressione arteriosa per preservare più a lungo un buon funzionamento cognitivo.
I recenti sviluppi nelle neuroimmagini e nei metodi di monitoraggio emodinamico hanno permesso di comprendere più a fondo i meccanismi attraverso cui la pressione elevata influenza anche il funzionamento cognitivo. Essa è riconosciuta come fattore di rischio per atrofia cerebrale, lesioni della materia bianca, danni microstrutturali di piccoli vasi cerebrali e riduzione del metabolismo cerebrale, specialmente in età adulta. Tali alterazioni renderebbero il cervello maggiormente esposto e vulnerabile allo sviluppo di neurodegenerazione e demenza.
Alcuni sintomi psicopatologici inoltre, possono mediare la relazione tra pressione arteriosa e funzionamento cognitivo. I pazienti ipertesi spesso presentano depressione, alessitimia, strategie di gestione dello stress inadeguate e una minor qualità di vita in termini di benessere psicologico percepito. Queste condizioni, a loro volta, hanno maggior rischio di associarsi a decadimento cognitivo.”
Pressione Alta: perché è più pericolosa nelle donne?
Un altro studio condotto dal Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles ha analizzato i dati sulla pressione, raccolti in 43 anni, relativi a quasi 33.000 persone (il 54% di sesso femminile) con un’età compresa tra i 5 e i 98 anni, per un totale di 144.599 osservazioni. Le misure includevano pressione sistolica, pressione diastolica, pressione arteriosa media e pressione differenziale.
Dallo studio è emerso che le donne presentavano un aumento più marcato della pressione sanguigna, che iniziava durante la terza decade e continuava per il resto della vita. La pressione alta è infatti, secondo la European Society of Cardiology (Esc), la condizione di salute più pericolosa per la popolazione femminile.
Ma se la pressione alta è relativamente facile da tenere sotto controllo, perché risulta essere più pericolosa nelle donne che negli uomini? Si tratta di una serie di concause.
Spesso i sintomi dell’ipertensione nelle donne di mezza età vengono attribuiti ad altro (menopausa, ansia, stress) e sono quindi sottovalutati. Nelle donne giovani e di mezza età la pressione alta si manifesta con palpitazioni, dolore toracico, dolore tra le scapole, mal di testa, difficoltà di concentrazione, affanno, stanchezza, ritenzione idrica, scarso sonno, vampate di calore. Si tratta di sintomi molto simili ai disturbi che si presentano in menopausa, ma quando si interviene con una terapia farmacologica per l’ipertensione, molti di questi sintomi scompaiono, comprese le fastidiose sudorazioni notturne.
Inoltre il sistema cardiovascolare delle donne durante l’età fertile è protetto dagli estrogeni. Questi ormoni infatti fanno da scudo all’apparato cardiovascolare e regolano in senso favorevole l’assetto metabolico. La menopausa rappresenta una fase di profondo cambiamento perché, con la caduta dei livelli di estrogeni, il metabolismo si modifica, favorendo un aumento della pressione arteriosa e del peso corporeo. Proprio questi fattori comportano maggiori rischi per il cuore, perché aumentano le probabilità per la donna d’insorgenza di patologie dell’apparato cardiovascolare.
A questo aggiungiamo che il rischio di malattie cardiovascolari aumenta a valori inferiori della pressione sanguigna nelle donne rispetto agli uomini. La probabilità di ictus aumenta a un livello di pressione sanguigna più basso nelle donne rispetto agli uomini. Per le donne con ipertensione il rischio di insufficienza cardiaca aumenta di tre volte mentre per gli uomini aumenta di due volte.
Prevenzione dell’ipertensione: bisogna iniziare da giovani con uno Stile di Vita corretto
Uno Stile di Vita sano è importante per prevenire o curare l’ipertensione. Vuol dire svolgere regolare esercizio fisico, seguire una dieta nutriente, ridurre l’assunzione di sale, smettere di fumare, perdere peso in eccesso e limitare il consumo di alcol.
Quando si presentano delle patologie cardiache o cardiovascolari, bisogna correre ai ripari e non sempre è possibile riportare il corpo ad una condizione di perfetta salute. Ciò che è necessario fare è anticipare l’insorgere di patologie gravi causate dall’ipertensione quando il corpo è ancora in salute, ovvero fare prevenzione. In questo il ruolo del movimento fisico è fondamentale.
Pressione arteriosa perfetta e Stile di Vita corretto: il ruolo protettivo del movimento fisico
Ad oggi è ben noto il legame che intercorre tra la pratica dell’esercizio fisico e la regolazione dei valori pressori sia di individui normotesi che ipertesi. Ma qual è l’esercizio fisico che serve davvero?
“Quando si parla di salute si aprono un ventaglio di prospettive, tutte potenzialmente valide. Ma a quali affidarsi? Non è semplice orientarsi e molto spesso non abbiamo gli strumenti necessari per farlo, continua la dott.ssa Guerra. Le stesse evidenze scientifiche, seppur in misura esponenzialmente ridotta, possono differire tra loro in quanto ad affidabilità, a seconda delle teorie e dei metodi adottati. Molti studi, per esempio, evidenziano l’esistenza di una stretta relazione tra la salute fisica, psichica e cognitiva e l’attività fisica.
Il Progetto di Ricerca scientifica rivolto a Figurella costituisce un primo passo per studiare il potenziale preventivo e terapeutico di questo Metodo. L’idea è quella di un’ampia esplorazione: sono indagati e monitorati in un arco di tempo prolungato (3 mesi) vari ambiti della salute raccogliendo parametri fisici, cognitivi e psicologici che vengono poi messi in relazione all’esercizio fisico specifico, assistito e individualizzato proposto da Figurella.
Una volta terminata la raccolta, i dati vengono analizzati statisticamente in modo da rilevare e definire eventuali associazioni tra le variabili prese in esame. Le protagoniste di questo studio tutto al femminile sono donne di età compresa fra i 20 e i 75 anni, che iniziano il loro percorso da Figurella.
Sono stati presi in considerazione i valori di parametri legati alla salute cardiovascolare e cardiorespiratoria (e.g., pressione arteriosa e il massimo volume di ossigeno consumato al minuto dall’organismo, un valore strettamente correlato alla salute, alla longevità e, in generale, alla qualità della vita) ed endocrino-metabolica (e.g., circonferenza del punto vita e BMI). Inoltre, sono stati e saranno ancora somministrati test cognitivi (e.g., funzionamento cognitivo globale, funzioni esecutive) e questionari inerenti il benessere psicofisiologico (qualità del sonno e livello di stress, ansia e deflessione dell’umore percepiti). (…)
A livello fisico, nell’arco di 3 mesi, abbiamo assistito ad una diminuzione in media di 7 punti di indice di massa corporea (BMI), 6 cm di circonferenza della vita e 8 cm di circonferenza del ventre. Per quanto riguarda la pressione arteriosa, nei 3 mesi si è verificato un miglioramento medio (in termini di riduzione) dei valori misurati durante ciascuna seduta, sia appena prima di fare il trattamento che appena dopo. Nello specifico, la pressione massima precedente al trattamento è diminuita in media di 9 punti, mentre la minima di 6. Dopo aver svolto il trattamento invece, la pressione massima è diminuita in media di 8 punti e la minima di 4,5 punti.
La salute cardiorespiratoria ha mostrato miglioramenti secondo vari indici:
- la variabilità del battito cardiaco (HRV) è aumentata in media di 3 punti, segno di maggior elasticità e salute cardiaca;
- la frequenza cardiaca a riposo è diminuita in media di 6 battiti, mentre quella sotto sforzo di 9 battiti: il cuore, a parità di sforzo, sembra fare quindi meno fatica ad adattarsi!
- la capacità aerobica (VO2max) rappresenta la quantità massima di ossigeno che l’organismo è in grado di captare-trasportare-utilizzare e in soli 3 mesi è aumentata in media di 2,5 millilitri (pari a circa il 10%!)
Figurella non è solo estetica, è prima di tutto Salute
“Lo scopo originale di Figurella, come la sua storia racconta, dice la dott.ssa Guerra, era quello di garantire a donne di tutte le età di recuperare e mantenere la forma fisica, con un focus sul dimagrimento e sulla perdita localizzata di centimetri. Non a caso, infatti, ancora oggi chi si rivolge a Figurella esprime richieste di natura prevalentemente estetica.
Ma il Metodo Figurella rappresenta in realtà la perfetta ricetta per uno Stile di Vita sano a 360 gradi, il quale negli anni ha rivelato un valore aggiunto inestimabile, ovvero quello di favorire benefici che vanno ben oltre l’aspetto fisico e che non si misurano con il metro. Ciò che ormai risulta chiaro è che da Figurella si viene guidati, per mano, verso il benessere.
Si agisce attivamente per salvaguardare il bene più prezioso di tutti: la Salute. Infatti, la prevenzione primaria è a tutti gli effetti il regalo più grande che il metodo Figurella fa a chi lo sceglie. Perfezionatasi negli anni, Figurella ha oggi le carte in regola per contribuire alla definizione di interventi preventivi efficaci e alla promozione di un corretto Stile di Vita.”
Che la tua pressione ti susciti qualche preoccupazione o che tu voglia prevenire l’ipertensione, il Metodo Figurella ha tutte le carte in regola. Parlane con la tua Assistente, cerca il centro Figurella più vicino a te.