Entrare in una relazione che influenzi fortemente il proprio pensiero o che addirittura provochi malessere fisico è molto più comune di quanto si pensi: il 77,9% delle violenze infatti (dati Istat, 2021) è di tipo psicologico, ma molto spesso le prime avvisaglie di un rapporto a rischio non vengono riconosciute o ascoltate. Ogni storia d’amore evolve e solo dopo l’innamoramento si capisce chi sia veramente il proprio partner, nella quotidianità e nell’intimità. Quando il legame si stringe e si approfondisce, una parte di noi stessi non è più nostra: la cosa importante è sapere, e vedere, che chi la custodisce la tratti con rispetto.
Nel mese dedicato alle donne è importante affermare ancora una volta che la forza per liberarsi da una relazione tossica parte prima di tutto da noi. Riprendiamo in mano le nostre vite, impariamo a volerci bene e liberiamoci dalla presenza di persone che hanno bisogno della nostra debolezza per colmare la loro.
Come riconoscere una relazione tossica
La vita è fatta di relazioni. Sono il centro delle nostre esistenze e le arricchiscono in modi incredibili. Quando però una relazione, amicale o amorosa, apparentemente perfetta inizia a non farci stare più bene, quando non c’è più equilibrio di ruoli e poteri, ecco, quello è il momento di fermarsi e di farsi delle domande.
Una relazione è tossica quando c’è una disparità di potere tra le due persone coinvolte, quando una cerca di dominare l’altra, quando manca il rispetto o si viene sminuiti dall’altro, quando il conflitto è il linguaggio più spesso utilizzato, quando subentra un atteggiamento di controllo delle azioni e delle relazioni esterne, quando l’arma più utilizzata è quella della colpa e del giudizio o, addirittura, dell’insulto.
E non si tratta di fenomeni isolati, ma di una condizione che interessa il 5% della popolazione e che secondo gli esperti è sotto diagnosticata: è più probabile che le stime reali raggiungano anche il 20%, soprattutto fra gli adolescenti. I dati incredibili della ricerca “Teen Community”, condotta da Fondazione Libellula, rivelano che 2 adolescenti su 3, tra i 14 e i 19 anni, ritengono accettabile che un ragazzo diventi violento se scopre di essere stato tradito.
Paradossalmente, nonostante i segnali siano spesso molto evidenti ad un occhio esterno, chi vive una relazione tossica ha difficoltà a rendersene conto, non vede tali segnali oppure li giustifica, quando addirittura non se ne fa una colpa.
Questo accade perché alla base di tali relazioni c’è una dipendenza affettiva molto forte da entrambe le parti. I partner abusanti mostrano in genere livelli estremamente elevati di dipendenza emotiva, una minore autostima e una maggiore paura dell’abbandono e tendono a concentrarsi sulla relazione in modo totalizzante. Chi però subisce una relazione tossica viene manipolato, sminuito e la sua autostima viene distrutta in modo costante, creando una sempre maggior dipendenza e insicurezza. Un circolo vizioso pericolosissimo.
Le dinamiche che portano a questo tipo di relazione sono estremamente complesse e delicate; passano attraverso la ripetizione di schemi e dinamiche familiari, quindi acquisite, una mancanza di autostima e autonomia emotiva in cui il partner tossico riesce a fare breccia e una paura dell’abbandono e della solitudine che impedisce la chiusura con una persona che sappiamo essere assai nociva.
Questo accade, secondo lo psicologo Robert Firestone, a causa di quello che viene chiamato legame di fantasia (fantasy bond), un’illusione di connessione tra due persone che permette di alleviare le proprie paure e di rafforzare in modo disfunzionale la propria personalità. I componenti di una coppia che ha una relazione tossica si sentono integri solo quando sono legati all’altro, amano e sono amati, creando un’entità inscindibile e granitica.
Come agisce una relazione tossica sulla psiche di una persona?
Vivere con un partner abusante, fisicamente o psicologicamente, genera forti sentimenti di insicurezza. Le vittime spesso si mettono infatti in discussione arrivando a credere di meritare solo quel tipo di amore e addirittura le reazioni disfunzionali del partner.
«Accettiamo l’amore che crediamo di meritarci», viene detto nel film Noi siamo infinito e non si avrà mai niente di meglio se non si agisce per poterlo conquistare. Essere costantemente minati nella propria autostima porta ad una mancanza di motivazione nel portare avanti i propri progetti, personali e professionali, fino, in alcuni casi estremi, all’incapacità di portare avanti le normali attività quotidiane, allo sviluppo della depressione, all’isolamento sociale.
Come uscire da una relazione tossica: torna a volerti bene
Proprio per le sue caratteristiche così complesse e multifattoriali, quando ci accorgiamo di essere finite in una relazione tossica dobbiamo agire in modo deciso e farci aiutare. Già essere consapevoli della tossicità di un rapporto è segno di un risveglio a cui deve solo seguire l’azione. La parte più difficile, lo sappiamo.
Per prima cosa è necessario chiedere aiuto e sostegno. Se la situazione è grave è bene rivolgersi ai centri antiviolenza (il numero 1522 è attivo per segnalazioni di violenza o stalking), in ogni caso è necessario essere supportati da una figura professionale che aiuti a recuperare quella parte di noi che credevamo perduta. Un supporto, una guida esterna permetterà infatti di rivedere in modo oggettivo i comportamenti passati e presenti e uscire dalla fase di negazione che è normale in questa situazione. Sarà necessario un lavoro costante su di sé per comprendere e disinnescare quella parte che ha agevolato la creazione di questo schema.
A volte è il caso di andarsene, in altri casi di comunicare la fine della relazione. Non è mai troppo tardi per tornare ad occuparsi di sé, ma sarebbe meglio farlo quando non siamo ancora coinvolti in rapporti di coppia: se le basi sono solide anche le relazioni che si costruiscono lo saranno.
Arriva poi la faticosa eppure splendida fase della ricostruzione. Arriverà il momento in cui inizieremo a chiederci cosa ci fa stare bene, cosa ci provoca gioia e cosa ci fa alzare la mattina cariche di voglia di vivere. Torneremo a fare le attività sacrificate per la relazione e a vedere le persone che avevamo escluso dalla nostra vita, forse proprio perché stavano cercando di aprirci gli occhi.
Ricostruzione significa tornare ad amarsi, a prendersi cura di sé, della propria salute. Ricostruzione significa tornare ad amare ciò che vediamo allo specchio ogni mattina. Ricostruzione significa ri-centrare il proprio sé, dedicarsi alle proprie passioni riacquistando la propria autonomia e il proprio senso di auto-efficacia.
Tornare a volersi bene per come si è ci permetterà di non cadere di nuovo nella trappola dell’insicurezza e della paura.
Autostima e percezione di sé sono legate al benessere fisico e mentale
L’autostima si sviluppa fin dai primi mesi della nostra vita e si costruisce negli anni. È condizionata dalle proprie caratteristiche personali, dalle esperienze vissute e dall’ambiente in cui si vive. Parole e comportamenti in cui siamo immerse ogni giorno modellano la percezione e la valutazione di sé. Quando però l’autostima cala o viene minata da eventi della vita per noi incontrollabili è sempre possibile rafforzarla, anche in contesti di vita instabili.
L’autostima infatti si costruisce ogni giorno attraverso le azioni che decidiamo di intraprendere: fare qualcosa che finora non abbiamo fatto per noi stesse ci permette di modificare l’immagine che abbiamo di noi.
L’autostima è infatti legata a filo doppio al benessere fisico e mentale. Una persona con una buona autostima si rispetta ed è più incline ad adottare Stili di Vita sani, a trattarsi con gentilezza e benevolenza. Al contrario, una persona con una bassa autostima ha un’opinione negativa di sé ed è più propensa a svalutarsi, a rispettare meno sé stessa e il proprio corpo, ad esempio con abitudini di vita nocive.
Certamente non è possibile banalizzare l’autostima con l’adozione di abitudini più o meno sane, ma è innegabile che uno dei fattori più importanti che influiscono sulla percezione di sé sia l’aspetto fisico. Secondo un sondaggio condotto da Philips Lumea, l’89% degli intervistati ritiene infatti che l’aspetto fisico sia un elemento importante della propria vita. Solo il 38% però apprezza i propri connotati fisici e il 9% dichiara di non sentirsi a proprio agio nel proprio corpo.
Agire per rinforzare il proprio corpo e la propria salute è un’azione che ricade sotto il nostro controllo e che possiamo intraprendere. Soprattutto quando stiamo riprendendo in mano la nostra vita.
In generale, uno Stile di Vita corretto aiuta a migliorare la stima di sé, perché fare movimento fisico, mangiare in modo sano, evitare le cattive abitudini e dormire a sufficienza ha un impatto significativo sul corpo, sul suo modellamento, sulla salute, sulla resilienza e sull’equilibrio psico-fisico in generale. E, in genere, quando ci prendiamo cura di questi aspetti, si vede.
Sii gentile con te stessa, tratta il tuo corpo con rispetto e amore. È difficile essere felici quando qualcuno ce l’ha con te tutto il tempo, soprattutto se quel qualcuno sei tu.