I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono patologie molto complesse e totalizzanti che portano ad un rapporto estremamente disfunzionale con l’alimentazione, ad una percezione distorta dell’immagine corporea ed eccessiva preoccupazione per il peso. Questa però è la punta di un iceberg davvero imponente, in cui entrano in gioco altri fattori, come bassi livelli di autostima, disturbi d’ansia e dell’umore e spesso la compromissione dello stato di Salute a causa di condotte alimentari dannose.
“Si stima che in Italia oggi più di tre milioni di persone soffrono di DNA e decine di milioni di giovani e di adulti nel mondo si ammalano ogni anno. La pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione, con un incremento di casi stimato di almeno il 30-35% e un abbassamento dell’età di esordio.” (Ministero della Salute)
Accanto ai disturbi più comuni e conosciuti, come l’anoressia e la bulimia nervosa, sempre più spesso si sente parlare del binge eating, una patologia che colpisce il 12,4% di chi soffre di DNA.
Il Binge Eating Disorder, cos’è e quali sono le cause
Il Binge Eating Disorder è un disturbo alimentare caratterizzato da frequenti abbuffate dopo le quali si provano sia sintomi fisici, dovuti all’eccesso di cibo ingerito, sia sintomi psicologici, come vergogna e frustrazione. A differenza della bulimia, chi soffre di binge eating disorder non mette in atto comportamenti di compenso (non vomita, non utilizza lassativi o altro) per eliminare quello che ha introdotto nel corpo.
Spesso le abbuffate sono inoltre caratterizzate da:
- mangiare più rapidamente del normale;
- consumare cibo fino a sentirsi sgradevolmente pieni;
- alimentarsi con grandi quantità di cibo anche se non si sente la fame;
- mangiare da soli perchè si prova vergogna;
- sentirsi depressi, in colpa o provare disgusto verso se stessi dopo l’abbuffata.
Questi comportamenti ovviamente peggiorano il proprio stato psicologico, che a sua volta porta ad ulteriori episodi di Binge Eating, in un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.
Le cause che favoriscono lo sviluppo del Binge Eating disorder sono molteplici e non del tutto chiarite, come accade spesso con i DNA. Pressione sociale per la propria forma fisica, un’educazione all’alimentazione come forma di compensazione emotiva, difficoltà nella gestione delle emozioni, patologie più complesse come la depressione sono solo alcune delle cause possibili, il che rende molto complicato il percorso verso la guarigione.
Chi soffre di Binge Eating Disorder inoltre non solo mostra un quadro psicologico di sofferenza, ma presenta anche problematiche fisiche spesso importanti. Aumenta infatti il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, problemi ormonali e muscolo scheletrici, correlati al sovrappeso.
La stessa diagnosi di Binge Eating Disorder non è compito facile. Spesso infatti è il risultato di test che possono dare risultati fuorvianti, quando non sono affiancati da un adeguato percorso psicoterapeutico che prenda in esame la moltitudine di fattori differenti.
Come curare il Binge Eating Disorder
Come tutti i DNA, anche il Binge Eating è risultato e causa di un profondo stato di disagio e sofferenza. Gli stessi singoli episodi di abbuffata raccontano lo stesso copione. Un senso di disagio, di ansia o di pressione avanzano e l’unica strada per placare queste sensazioni è mangiare. E mentre mangi le tue emozioni a poco a poco si placano, anche se tu non riesci a fermarti, neppure quando sai di essere già sazia. Una volta finito il cibo però le sensazioni tornano a fare capolino e si trasformano in senso di colpa, in frustrazione per non essere riuscita ancora una volta a fermarti, perché senti che tutto quel cibo, poco sano il più delle volte, si sta trasformando nel tuo corpo e lo manipolerà ancora e ancora e tu starai ancora peggio e avrai di nuovo bisogno di placare l’ansia con altro cibo…
In questo tornado di sensazioni intense e totalizzanti l’approccio deve essere per forza multidisciplinare e andare oltre il sintomo per come si presenta. Sarà quindi necessario, dal punto di vista fisico, affrontare da un lato l’aspetto medico-internistico per mantenere il controllo su un corpo che sta sabotando se stesso, dall’altro sarà anche necessario recuperare un aspetto nutrizionale e dietetico che recuperi il piacere semplice di un’Alimentazione Sana e varia, evitando i cibi spazzatura.
Spesso chi combatte contro il disturbo da alimentazione incontrollata si affida ad una dieta dopo l’altra, senza risolvere il problema. Ecco perché l’approccio alla dieta non aiuta in questo articolo: La dieta che funziona non funziona, ecco perché
Accanto a questi aspetti è fondamentale affrontare gli aspetti psicologici ed emotivi. Un percorso psicologico centrato sulla persona e la sua storia permetterà infatti di affrontare e gestire in modo adeguato il mondo affettivo, imparare a riconoscere le proprie emozioni, comunicarle e infine trovare alternative più funzionali e salutari per gestirle.
L’importanza di uno Stile di Vita Corretto nella cura dei disturbi alimentari
Una piccola ma importante parte nel percorso contro i DNA in generale e il Binge Eating in particolare la gioca lo Stile di Vita.
È indispensabile aiutare le persone a prendersi cura delle proprie abitudini in direzione di uno Stile di Vita Salutare. Lo scopo dell’intero percorso di cura che fa chi soffre di uno dei diversi disturbi alimentari è di rieducazione ad uno Stile di Vita Sano, che possa ridurre i problemi internistici legati allo specifico disturbo. L’approccio non deve essere punitivo o restrittivo, ma di scoperta e amore verso di sé, senza giudizio.
Uno Stile di Vita attivo, ad esempio, dove non ci sia troppo spazio per la noia, non lascia abbastanza tempo all’emergere di sensazioni negative e agisce come rinforzo positivo, creando un circolo virtuoso di sensazioni positive e aumento del tono dell’umore.
“Le evidenze sono talmente chiare che ormai non lasciano spazio ad alcun dubbio” ci dice la dottoressa Circelli nel nostro precedente articolo sulla depressione. ”Fare Movimento Fisico regolarmente agisce a più livelli nel nostro corpo. Da una parte c’è un rilascio di endorfine che agisce in modo immediato e diretto sull’umore e sul sistema immunitario. Dall’altra parte abbiamo un’azione indiretta, ma non meno potente, strutturale. La costanza necessaria ad uno Stile di Vita Sano e al Movimento Fisico regolare e un fisico più resistente e in Salute, nel lungo periodo diminuiscono le possibilità di ammalarsi e il benessere fisico che ne deriva provoca una naturale sensazione di benessere. Fare attività in un contesto di gruppo e protetto permette inoltre di mantenere un positivo ecosistema sociale del quale sentirsi parte, un fattore fondamentale nella cura della depressione, dei disturbi dell’umore e dell’ansia e nel supporto cognitivo.”
Prendersi cura del proprio Stile di Vita è dunque un momento fondamentale del percorso di cura ed è considerato un punto di arrivo nella cura del disturbo da alimentazione incontrollata.
Fai un primo piccolo passo per riprendere il controllo della tua vita. Cerca il Centro Figurella più vicino a te.