Il cervello ha bisogno di zucchero, è una cosa che sappiamo bene. Quando lavoriamo e quando studiamo sappiamo di dover introdurre nel corpo alimenti che contengano zuccheri, semplici o complessi, affinché possiamo essere efficienti e reattivi. Quando lo zucchero manca, le nostre capacità cognitive ne risentono anche nel breve periodo. Eppure non è tutto qui. Lo zucchero ha effetti positivi, certo, ma anche negativi sul breve e sul lungo periodo.
Come avviene la sintesi e l’utilizzo dello zucchero nel corpo e soprattutto nel cervello e perché ha un ruolo così importante sulle nostre capacità cognitive? Ne abbiamo parlato con il dott. Paolo Chiusole, medico di medicina generale che collabora con alcuni dei Centri Figurella del nord Italia, e con la dott.ssa Carolina Guerra, ricercatrice, psicologa clinica e membro del team che ha condotto il Progetto di Ricerca scientifica rivolto a Figurella e membro del Comitato Scientifico del Marchio.
Gluconeogenesi: come il corpo e il cervello utilizzano gli zuccheri che introduciamo con l’Alimentazione
I neuroni utilizzano principalmente glicogeno come fonte di energia, un composto derivato dal glucosio, spiega il dott. Chiusole. Questi zuccheri derivano dai carboidrati, da alimenti come pasta, riso, alcuni cereali, frutta, zuccheri semplici e latticini che contengono lattosio. Il cervello, con un fabbisogno giornaliero di circa 200 grammi di glucosio, dipende da un apporto continuo per funzionare al meglio, poiché non può immagazzinare riserve di zucchero. Quando introduciamo zuccheri con l’Alimentazione, questi vengono così in gran parte immagazzinati nel fegato. Attraverso un processo chiamato gluconeogenesi, il fegato rilascia il glicogeno, necessario per mantenere stabili i livelli energetici, nutrendo così cervello e muscoli.
Va anche considerata la fondamentale differenza tra zuccheri semplici e complessi, legata ai tempi di assorbimento e all’effetto sulla glicemia. Il glucosio, fonte immediata di energia per le cellule, è uno zucchero semplice. Il nostro cervello utilizza, come abbiamo visto, una grande quantità di energia e dipende dal glicogeno nel sangue come fonte di energia. Tuttavia, alcuni alimenti aumentano i livelli a velocità diverse rispetto ad altri.
Gli zuccheri semplici vengono assorbiti velocemente, causando rapidi aumenti della glicemia. Al contrario, gli zuccheri complessi rilasciano energia più lentamente, mantenendo i livelli di zucchero nel sangue più costanti nel tempo. Questo non significa che gli zuccheri semplici vadano esclusi dalla dieta, ma è essenziale assumerli con moderazione per evitare picchi glicemici e conseguenti cali di energia che possono influire sulle prestazioni cognitive.
Durante il digiuno, ad esempio, la gluconeogenesi diventa fondamentale, poiché consente al corpo di produrre glucosio quando le riserve sono esaurite. In questo processo, il glucagone — un ormone rilasciato dal pancreas quando la glicemia scende — stimola il fegato a produrre nuovo glucosio. Questo zucchero viene quindi indirizzato alle cellule che ne hanno più bisogno, come quelle del cervello, dei globuli rossi e dei muscoli. Ad esempio, se ci si allena lontano dai pasti, il corpo utilizza il glucagone per compensare il calo di zuccheri, garantendo così la giusta energia al cervello e al sistema muscolare.
Lo zucchero crea dipendenza: perché ci piace così tanto e il corpo ne richiede in continuazione?
Ma se lo zucchero è così fondamentale per il corpo, come può diventare pericoloso? Come sempre la differenza sta nell’eccesso. Lo zucchero è un alimento altamente appetibile che attiva i nostri sistemi di ricompensa, sia per l’apporto calorico che per il suo gusto. Assunto in eccesso però, può attivare in maniera eccessiva questi sistemi di ricompensa, inducendo comportamenti tipici di un’Alimentazione compulsiva.
“La prima diretta conseguenza a lungo termine di un consumo eccessivo di zucchero, sottolinea il dott. Chiusole, è l’insorgenza in età sempre più precoce del diabete di tipo 2, il diabete dell’adulto che compare spesso dopo i 60/65 anni, ma che si osserva ormai anche nella popolazione giovane. Le cause del diabete di tipo 2 sono sicuramente multifattoriali, ma è essenziale l’ambiente e lo Stile di Vita. In particolare si è notata una forte correlazione con sovrappeso, obesità, scorretta Alimentazione (assunzione di una quantità eccessiva di zuccheri semplici, come nel caso delle bevande zuccherate, grassi animali ed eccessivo consumo alcool) e Inattività Fisica.
Altri fattori di rischio sono le condizioni socioeconomiche svantaggiate, pregresso diabete gestazionale, familiarità, etnia ed età. Gli italiani che soffrono di diabete oggi sono 4 milioni, il 6% della popolazione. La Prevenzione però riguarda, non solo il diabete, ma tutte le altre patologie correlate ad uno scorretto Stile di Vita.
Il diabete infatti provoca diversi danni nel nostro corpo:
- Microangiopatia diabetica – Le arterie più piccole sono più strette e l’apporto di sangue al cervello e agli organi è inferiore; i reni sono gli organi più sofferenti: la microangiopatia può portare a insufficienza renale, soprattutto se complicata da ipertensione arteriosa.
- Macroangiopatia diabetica– Attraverso le arterie ristrette arriva meno sangue al cuore e al cervello, la circolazione ai piedi e alle gambe è ridotta e questo è causa delle conseguenza più invalidanti, portando a volte addirittura all’amputazione dell’arto; ricordiamo che il rischio di malattie cardiovascolari è triplo per le donne che soffrono di diabete.
- Neuropatia diabetica nel sistema nervoso centrale e periferico – L’effetto più evidente è nella perdita di sensibilità soprattutto nei piedi, che aumenta il rischio di farsi male, rende la pelle più sottile e delicata portando a maggiori infezioni dei piedi (piede diabetico) e perdita di forza muscolare; a livello cerebrale amplifica il decadimento cerebrale a causa di una cattiva circolazione arteriosa.
Tutti gli effetti dello zucchero sul cervello e sul declino cognitivo
Il consumo eccessivo di zuccheri ha quindi effetti significativi sul cervello, influenzando sia la funzione cognitiva che l’umore. Questi effetti possono essere sia acuti che cronici, a seconda della quantità e del tipo di zucchero consumato. Abbiamo visto quali sono questi effetti con la dott.ssa Carolina Guerra.
Effetti acuti degli zuccheri sul cervello
- Aumento Temporaneo dell’Energia – Uno studio pubblicato su Physiology & Behavior ha evidenziato che il consumo di zuccheri può migliorare temporaneamente la memoria a breve termine, ma gli effetti svaniscono rapidamente in un “crash” energetico.
- Influenza sull’Umore – Il consumo di zuccheri può provocare un rapido aumento dei livelli di serotonina, un neurotrasmettitore associato al benessere e alla felicità. Tuttavia un’analisi su Neuroscience & Biobehavioral Reviews ha rilevato che il consumo eccessivo di zuccheri può essere collegato a un aumento dell’irritabilità e a sintomi depressivi a lungo termine.
Effetti Cronici degli Zuccheri sul Cervello
- Declino Cognitivo – Un consumo eccessivo e prolungato di zuccheri è stato collegato a un declino delle funzioni cognitive. L’iperglicemia cronica può causare infiammazione e danni ossidativi ai neuroni, portando a problemi di memoria e apprendimento. Secondo uno studio pubblicato su Journal of Alzheimer’s Disease, l’elevato consumo di zuccheri è stato associato a un aumentato rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, spesso definita “diabete di tipo 3”, per la sua relazione con l’insulino-resistenza cerebrale .
Vuoi approfondire? Leggi qui: Contrasta il declino cognitivo con lo Stile di Vita Corretto
- Dipendenza e Compulsività – Gli zuccheri possono influenzare il sistema di ricompensa del cervello, aumentando la produzione di dopamina, una sostanza chimica legata al piacere. Una revisione su Neuroscience & Biobehavioral Reviews ha discusso il modo in cui il consumo ripetuto di zuccheri può alterare i circuiti neurali della ricompensa, portando a comportamenti simili alla dipendenza .
- Infiammazione Cerebrale – Il consumo eccessivo di zuccheri può contribuire all’infiammazione sistemica, che ha effetti dannosi anche sul cervello. Studi pubblicati su Frontiers in Neuroscience hanno suggerito che diete ricche di zuccheri possono aumentare i marker di infiammazione nel cervello, contribuendo al deterioramento cognitivo e a problemi di salute mentale.
Effetti della Glicemia Bassa (Ipoglicemia)
Anche livelli di glicemia bassa possono avere un impatto significativo sulla cognizione e sulle funzioni cerebrali.
- Stanchezza, ansia, vertigini, rallentamento cognitivo, confusione mentale, difficoltà di concentrazione e disorientamento.
- Può influire negativamente sulla memoria a breve termine e sulla capacità di apprendimento.
- Sintomi neurologici come tremori, convulsioni, perdita di coscienza e, in casi estremi, danni cerebrali permanenti.
Fluttuazioni frequenti tra iperglicemia e ipoglicemia (comuni nei soggetti con diabete mal gestito) possono causare “brain fog” (annebbiamento mentale) e peggiorare le prestazioni cognitive a lungo termine. Le oscillazioni glicemiche possono anche compromettere la plasticità cerebrale, fondamentale per l’apprendimento e la memoria.
Effetti dello zucchero sul cervello: Prevenzione e gestione grazie ad uno Stile di Vita Corretto
L’evidenza scientifica indica che, sebbene gli zuccheri possano fornire un rapido aumento di energia, il loro consumo eccessivo può avere effetti negativi sulla salute cerebrale, contribuendo a problemi cognitivi e di salute mentale.
Un buon controllo della glicemia deve diventare una priorità e avviene attraverso:
- un’Alimentazione equilibrata in cui si limita l’assunzione di zuccheri aggiunti, ma in cui non si tolgono elementi essenziali come i carboidrati. Tuttavia va ricordato che quando cambia il metabolismo degli zuccheri, cambia anche il metabolismo dei grassi, quindi anche trigliceridi e colesterolo tendono ad aumentare. Se a questo quadro clinico si aggiunge l’ipertensione si può arrivare alla sindrome plurimetabolica, caratterizzata non solo da alterazioni metaboliche, come l’iperglicemia e la dislipidemia, ma anche da un processo proinfiammatorio cronico e associata ad un’aumentata morbilità e mortalità cardiovascolare.
Vuoi approfondire la sindrome metabolica? Leggi qui: Cos’è la Sindrome Metabolica e come si cura
- Un Adeguato e Regolare Movimento Fisico che riduce i livelli di glucosio e aumenta la sensibilità all’insulina. Diversi studi hanno documentato una riduzione del 30-50% del rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 nelle persone che fanno Movimento Fisico Corretto rispetto alle persone con una vita abitualmente sedentaria. Per mantenere gli effetti benefici, deve però essere svolto in modo Regolare, visto che l’effetto di una singola sessione dura circa 48 ore. Inoltre il Movimento Fisico Adeguato come svolto durante i trattamenti Figurella attiva tutti i gruppi muscolari e riattiva la circolazione di quegli organi (fegato cervello e reni) che sono coinvolti nel metabolismo e utilizzo degli zuccheri.
Per preservare la Salute del cervello, è fondamentale mantenere una gestione ottimale dei livelli di glicemia attraverso una consapevole Prevenzione e un Corretto Stile di Vita.
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