In collaborazione con Riccardo Guerra, dottore in Scienze delle Attività Motorie e Sportive
Non siamo naturalmente portati allo sforzo fisico, e quindi tendiamo ad accomodarci nell’inattività fisica. Questo è un comportamento istintivo; la consapevolezza subentra con il pensiero razionale, e autocritico, che ci consente di fare le scelte giuste. E stare davvero bene.
Il meccanismo delle ricompense quanto ci condiziona?
A lungo si è ritenuto che il comportamento umano fosse solo frutto di scelte personali. Oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica, sappiamo invece che è influenzato anche da sofisticati meccanismi neurali legati ad una funzione chiamata plasticità sinaptica, che, in sintesi, rappresenta la capacità innata del nostro cervello di modificare le connessioni tra i propri neuroni adattandosi alle diverse situazioni.
È attraverso la neuro plasticità infatti che si attivano i cosiddetti “meccanismi delle ricompense”, che costituiscono un elemento fondamentale nell’evoluzione della specie proprio in virtù del ruolo centrale che rivestono nei processi di apprendimento e memoria. Da essi hanno origine le tendenze comportamentali che modellano il nostro modo di essere e di agire: un’esperienza che provoca piacere innesca in noi la propensione a volerla reiterare, a volte anche oltre i limiti delle nostre capacità di autocontrollo.
Questo meccanismo naturale ci allontana dalle esperienze negative, ma rischia anche di farci sconfinare in una condizione patologica dovuta all’insorgenza delle dipendenze comportamentali o di abuso di sostanze, causate dalle anomalie nel processo di autoregolazione di uno tra i principali neurotrasmettitori eccitatori delle sinapsi chimiche: la dopamina.
Perché è così difficile fare attività fisica?
La dopamina riveste un ruolo fondamentale nell’ambito dei comportamenti quotidiani di ogni essere umano, influenzando le scelte che determinano la qualità della nostra vita. La dopamina viene rilasciata, ad esempio, durante lo svolgimento di un’adeguata e costante attività fisica, l’unica pratica che permette il mantenimento di un corpo sano ed una mente sana e quindi del corretto stile di vita per eccellenza.
Ciò farebbe presupporre che fare movimento attivi un circolo virtuoso in cui si è spinti a ripetere ad oltranza quel comportamento, in conseguenza dell’aumento nel rilascio dopaminergico che lo accompagna, e quindi stimoli la tendenza a mantenerci in forma quasi inconsciamente.
Purtroppo invece, per quanto la corretta attività fisica rientri fra i comportamenti in grado di accrescere il rilascio di dopamina nel nostro cervello e quindi venga rinforzata dai meccanismi della ricompensa, non è del tutto chiaro perché questa pratica virtuosa sia così poco frequente nella vita delle persone – come dimostrato dall’alto tasso di soggetti inattivi, soprattutto nelle aree più progredite del pianeta, e dal dilagante incremento dei fenomeni di obesità e sovrappeso.
La corretta attività fisica è frutto di una scelta consapevole e informazione
Oggi pochissime persone eseguono una corretta attività fisica in modo costante e prolungato nel tempo, e questo potrebbe essere dovuto alle doti motivazionali straordinarie (inteso come “extra ordinarie”, ossia fuori dall’ordinario, non comuni) necessarie per il suo svolgimento oppure al fatto che i suoi effetti si ottengono in tempi molto lunghi (positivi se sei attivo e negativi se sei inattivo).
La scienza un giorno potrà venirci in aiuto per capire come utilizzare questi meccanismi complessi e spesso inconsci per migliorare la nostra esistenza (esistono già tecniche di gestione dei livelli di dopamina tramite pacemaker per la cura del morbo di Parkinson), ma per ora (e spero per sempre) non possiamo che affidarci alle funzioni cognitive consapevoli per guidarci nelle nostre scelte quotidiane. Sì, perché sarà pur vero che il DNA di ognuno di noi determina in parte il nostro carattere, ma ciò non legittima atteggiamenti passivi e arrendevoli che ci portano a subire la vita piuttosto che interpretarla e pilotarla in una certa direzione.
La facoltà di scelta fortunatamente esiste per il semplice fatto che noi non siamo solo frutto del nostro istinto e dei processi legati a meccaniche inconsce, ma anche di scelte consapevoli. Queste possono essere messe in atto grazie alle funzioni esecutive: pensiero critico, ragionamento e meta-ragionamento, capacità decisionale, inibizione di comportamenti automatici e istintivi, bilanciamento costi e benefici di una scelta valorizzando i vantaggi nel lungo termine a discapito delle ricompense immediate.
Grazie a queste funzioni cognitive di ordine superiore (che possono essere più o meno sviluppate in ognuno di noi e comunque possono essere allenate) e ai relativi circuiti neurali, possiamo attribuire razionalmente determinati significati alle situazioni/scelte e in base (anche) a questi decidere del nostro agire.
Non basta fare esercizio fisico in casa: quello corretto esiste ed è personalizzato
Alla stessa situazione possiamo attribuire innumerevoli significati: sta quindi a noi attribuire i giusti significati e comprendere i nostri limiti per sapere quando è il momento di chiedere il supporto di chi ci può guidare nel fare ciò che noi non siamo in grado di fare autonomamente e cioè professionisti del corretto movimento e della motivazione.
L’inattivita fisica è una patologia e colpisce quasi il 70% della popolazione in Italia (dati ISS, 2018). Il vero problema è che quel 70% è costituito, oltre che dai totalmente inattivi, da tutti coloro che confondono un movimento qualsiasi, casuale, inadeguato, spesso saltuario con la corretta attività fisica necessaria al mantenimento di una vita sana ed in forma.
Il restante 30% svolge per lo più attività inadatta al punto da diventare addirittura dannosa in quanto, pur avendo il dono dell’automotivazione, eccede effettuando un’attività che oltrepassa i limiti del consentito con conseguenze dannose per l’organismo tali da superare i benefici.
Vuoi approfondire? Cultura del movimento: L’importanza di educare alla corretta attività fisica
E poi ci sono anche i normopeso che, in quanto tali, considerano impropriamente la loro una condizione di salute. Ma ormai credere che tutto ciò sia cosa buona e giusta non può più essere un alibi perché le evidenze scientifiche e le linee guida parlano chiaro e sono alla portata di tutti. La nostra salute non può e non deve essere penalizzata dalla disinformazione.
Vuoi approfondire? Misura la tua qualità di vita
L’attività fisica è una funzione vitale
Sì, ma solo quella che rispetta determinati parametri ed è quindi definita “corretta attività fisica”. E, salvo rari casi, è un qualcosa che noi umani non siamo in grado di gestire in autonomia e che necessita, giocoforza, della richiesta di assistenza; accettare questo principio è l’unica via per creare i presupposti di un cambiamento nel nostro stile di vita. Una scelta consapevole può farci diventare persone migliori, oltre i limiti del nostro DNA.
Fai la tua scelta consapevole di restare in salute a lungo, supera i limiti, cerca il Centro Figurella più vicino a te e parla con la tua Assistente dedicata.