Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Fibromialgia, un’occasione importanteper aumentare la consapevolezza e fornire informazioni sulle difficoltà che milioni di italiani affrontano a causa di questa sindrome debilitante. Anche se ne avevamo già parlato alcuni mesi fa, è fondamentale sfruttare questa opportunità per sottolineare quanto sia vitale adottare uno Stile di Vita sano per gestire la fibromialgia e le sue sfide.
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Fibromialgia come malattia invalidante: a che punto siamo in Italia
Recentemente, sono stati fatti progressi significativi nel riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, inclusa la sua inclusione nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Questo riconoscimento offre ai pazienti l’esenzione dalle spese sanitarie in regioni dove precedentemente non era possibile. Una delle proposte presentate al Governo riguarda l’elaborazione di un piano per classificare la fibromialgia tra le malattie croniche, stabilendo i livelli di invalidità associati alle varie fasi della malattia, considerando il suo impatto significativo anche sul lavoro, di chi ne soffre. Questo processo potrebbe ridurre i tempi di diagnosi, ancora eccessivamente lunghi per alcune persone.
Tuttavia, rimane un gap in Italia per quanto riguarda l’approccio uniforme nella gestione e assistenza dei pazienti affetti da fibromialgia, con la necessità di standardizzare diritti e procedure a livello nazionale, evitando di lasciare decisioni importanti alla discrezionalità delle autorità locali. In diverse regioni italiane, la sindrome fibromialgica è già stata riconosciuta come malattia invalidante da anni, in altre invece ancora no.
Nella mozione presentata e approvata alla Camera a fine febbraio si legge: “Le province autonome di Trento e di Bolzano hanno garantito ai malati il diritto all’esenzione per patologia dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, oltre che un maggior punteggio in sede di determinazione dell’invalidità civile; anche in Veneto le è stato attribuito lo status di malattia rara e Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna, Campania e Toscana hanno avviato il percorso per l’inclusione della patologia tra le malattie rare e invalidanti; sebbene questi, a livello regionale, siano risultati importanti, occorre un intervento unitario per garantire omogeneità di cure e uguaglianza dei pazienti.”
Nuovi dati e nuove ipotesi: la fibromialgia può essere legata al microbioma?
Nonostante l’abbondanza di ricerche, molti aspetti di questa malattia rimangono un enigma. L’esordio spesso è causato da un evento scatenante, fisico (trauma, virus) o psichico, ma si presume che alla base ci possa essere un disturbo neurologico o metabolico. Ciò che è certo è che non c’è una sola causa, ma che si tratta probabilmente di una molteplicità di fattori.
Alcuni studi rilevano come l’esordio della malattia possa essere legato ad una familiarità genetica, a non definite reazioni allergiche o ad una reazione immunitaria a livello dei recettori neurologici. La netta prevalenza nella popolazione femminile (con un rapporto tra 7:1 e 9:1 e un picco tra i 25 e i 55 anni) è stata messa in rapporto con gli ormoni estrogeni, che sembrano avere la capacità di modulare alcune funzioni sia del sistema immunitario, sia del sistema nervoso centrale.
Ci sono anche altre prospettive che aprono nuovi scenari. Un interessante studio ha rilevato ad esempio un’alterazione nel metabolismo della serotonina e della noradrenalina presente nei malati di fibromialgia che può creare iperattività del sistema nervoso neurovegetativo, il quale controlla numerosi funzioni dell’organismo, tra cui la contrazione dei muscoli, ma anche la sudorazione, la vasodilatazione e la vasocostrizione; ciò comporta un ulteriore deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare con insorgenza di dolore, astenia e tensione, oltre che un livello aumentato di percezione degli stimoli.
Un approccio legato a questa ricerca guarda con interesse sempre maggiore a quello che è ormai a tutti gli effetti considerato il nostro secondo cervello: l’intestino. Microrganismi come batteri, archaea, funghi, alghe e virus vivono ovunque sul nostro pianeta e nel nostro corpo. A volte causano danni e pericoli per la nostra salute, molto più spesso invece hanno effetti benefici. Con il termine microbioma descriviamo un insieme di microrganismi diversi che convivono in un habitat, come l’intestino umano o il suolo, e che interagiscono tra loro e le condizioni ambientali circostanti.
Cosa c’entra tutto questo con la fibromialgia? Il microbioma, secondo le ricerche più recenti, viene sempre più spesso coinvolto come attore principale nella complessa attività del nostro corpo. Da diversi anni è stato provato che l’intestino gode di un sistema nervoso proprio, in grado di agire in modo autonomo.
La comunicazione tra cervello e intestino avviene attraverso neurotrasmettitori comuni, come la serotonina: la serotonina svolge un ruolo fondamentale per la regolazione dell’umore e viene prodotta per il 95% dalle cellule distribuite lungo la mucosa intestinale. Diversi studi hanno dimostrato infatti che nel paziente con FM è riscontrabile una diminuzione della concentrazione di cortisolo, serotonina, vitamina D, ormoni tiroidei e melatonina. Tali alterazioni potrebbero essere correlate con un’alterazione del microbioma e di conseguenza della disbiosi intestinale.
Terapie per la fibromialgia: partire dallo Stile di Vita
Fino a 10 anni fa la FM era considerata una patologia di natura psicogena e pertanto difficilmente curabile e veniva raramente diagnosticata. Negli ultimi anni le conoscenze sulla fibromialgia sono notevolmente aumentate e oggi si può affermare che questa sindrome può essere curata con successo attraverso l’utilizzo di farmaci sempre più efficaci, sebbene sia ancora difficile comprenderne le cause.
Oltre ai farmaci e agli approcci non farmacologici classici (terapie fisiche, omeopatia, rilassamento muscolare profondo e psicoterapia), lo Stile di Vita rappresenta, oltre ad un importante passo di Prevenzione, un approccio di cura molto efficace.
Due sono gli aspetti fondamentali sui quali possiamo agire quotidianamente per gestire la fibromialgia e supportare qualunque intervento medico e/o farmacologico.
- Il Movimento Fisico nei pazienti fibromialgici deve essere continuativo, ma non eccessivamente intenso e aumentato progressivamente senza eccessi. Come abbiamo già visto nel nostro precedente articolo: “Con l’introduzione di Movimento Fisico regolare, osserviamo ogni giorno nelle nostre Signore affette da fibromialgia promettenti risultati in termini di miglioramento della sintomatologia dolorosa, della mobilità articolare, della qualità del sonno e di conseguenza anche dell’umore, ci dice la dott.ssa Bollati. I consigli sull’igiene di vita dati dalle nostre Assistenti sono un ulteriore aiuto alla paziente fibromialgica. Insomma, il Movimento Fisico avvenendo in scarico di peso, col calore fisiologico e in allungamento, fa sì che la paziente fibromialgica trovi giovamento. A questo si aggiunge la Temperatura Funzionale del Lettino Termoattivo, che ha un effetto miorilassante e dunque antalgico (con la temperatura di 36,8 gradi del Lettino la muscolatura è meno soggetta a contratture quando si fanno i movimenti); i Bagni di Ozono hanno poi un effetto indirettamente miorilassante, riattivano la microcircolazione e hanno un impatto sul trofismo osteoarticolare.”
- Un’Alimentazione sana e varia, particolarmente ricca di vegetali ricchi in antiossidanti, con proprietà protettive e antinfiammatorie, può essere utile nel trattamento della fibromialgia. L’equilibrio del microbiota intestinale è fortemente influenzato dall’alimentazione, per questo i ricercatori pensano che alcuni sintomi della fibromialgia possano migliorare proprio attraverso un intervento mirato all’alimentazione dei pazienti.
Una vita attiva dunque, ma soprattutto uno Stile di Vita corretto sono la miglior Prevenzione e la migliore strada per la gestione e la cura della fibromialgia.
Sandra, signora del Centro Figurella di Luino, ne è un fulgido esempio. Il suo consiglio è di “provare per credere”. I movimenti nel Lettino Termoattivo, il cui calore ha un effetto antidolorifico naturale, la coccola del Bagno di Ozono, che ha invece un effetto miorilassante, e un’Alimentazione più sana e varia le hanno cambiato la vita. Oggi sa che questo nuovo Stile di Vita è stato decisivo nella sua lotta alla fibromialgia, come sa che percorrerà questa strada per molti anni a venire.
Leggi e guarda la testimonianza di Sandra qui: Opinioni Figurella, la fibromialgia non è più un problema
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